Vincenzo Petrali collaudatore…di concerti campanari

di Andrea Alborghetti

Dal carteggio conservato nell’Archivio Privato degli Eredi Petrali-Cicognara, si può rilevare come il noto compositore ed organista di rinomata fama, nel corso della sua carriera, si sia dedicato saltuariamente anche ad attività meno menzionate e di nicchia quale quella di collaudatore di nuovi concerti campanari.1Bergamo, Archivio Privato Eredi Petrali-Cicognara, d’ora in poi abbreviato in APEPC

Lettera del Sindaco di Adro al Cav. Petrali, 23 ottobre 1873
(Archivio privato eredi Petrali-Cicognara, fotografia di Diego Ambrosioni)
Risposta di Petrali (la grafia è di Giambattista Castelli2ringrazio per la segnalazione il Prof. Giosuè Berbenni) al Sindaco di Adro,
5 novembre 1873
(Archivio privato eredi Petrali-Cicognara, fotografia di Diego Ambrosioni)

Risulta interessante la prima corrispondenza analizzata degli anni 1873-1874 tra gli allora sindaci di Adro (BS) e lo stesso Vincenzo Petrali3APEC, Lettera del Sindaco di Adro del 23 ottobre 1873 (Doc. 1) e risposta di Petrali del 5 novembre 1873 (Doc. 2), in cui emerge un insolito desiderio da parte della committenza di avere anche più di un parere sulla qualità della fusione delle nuove campane. Infatti, pur essendo già state collaudate e giudicate positivamente, la giunta municipale di Adro chiede al Petrali di poter effettuare un secondo giudizio a campane già installate, approfittando della sua presenza in paese. Il giudizio, posto senza alcun impegno dal maestro, sembra sottolineare qualche perplessità sulla buona riuscita del timbro delle nuove campane, giudicate di voce «piuttosto cruda, sgarbata, ed ingrata».

Chiesa di San Giovanni e Torre di Adro (BS)
(Fotografia di Luca Giarelli)

Si può ipotizzare grazie anche ad alcuni elementi tratti dalla lunga risposta pervenutaci in copia della fonderia Barigozzi di Milano4Ibidem, Lettera della fonderia Barigozzi di Milano del 13 febbraio 1874 (Doc. 3), esecutrice del nuovo concerto, che Vincenzo Petrali non avesse particolarmente apprezzato il nuovo brevetto della fonderia milanese che sperimentava in quegli anni la cosiddetta “sagoma Barigozzi” o “sagoma leggera”, grazie alla quale era possibile ottenere campane con tonalità ugualmente gravi utilizzando una quantità di bronzo inferiore al solito durante la fusione. Nel suo giudizio, infatti, non viene messa in discussione l’intonazione quanto la stessa sonorità del concerto.

Non abbiamo notizie di come sia poi proseguita la vicenda di Adro, pur sapendo che la ditta ha voluto dimostrare a tutti i costi le proprie ragioni coinvolgendo un altro noto musicista, Polibio Fumagalli, a sostegno delle loro tesi, mentre il comune di Adro chiede consiglio al Petrali sulla scelta di un altro valido musicista che potesse invece dare loro ragione e far loro da “arbitro”.5Ibidem, Lettera del Sindaco di Adro a Petrali del 2 marzo 1874 (Doc. 4), risposta di Petrali del 8 marzo 1874 (Doc. 5) e ultima risposta del Sindaco di Adro del 3 agosto 1874 (Doc. 6)

Storico documento pubblicitario che attesta il metodo Barigozzi
(Documento di dominio pubblico ante 1873)

Una valutazione più oculata ed attenta la rileviamo, invece, qualche anno più tardi (1881) per le nuove campane di Osio Sotto (BG). Vincenzo Petrali, questa volta, si trova ad essere il collaudatore ufficiale e si reca personalmente presso la ditta varesina “Bizzozzero” per ascoltare la riuscita delle nuove campane. Il giudizio è molto positivo e dettagliato, nonostante non si risparmi qualche leggero appunto sull’intonazione di due campane (la 2^ e l’8^ acuta) giudicate non perfettamente accordate con la tonica di riferimento. Tuttavia il concerto viene lodato ampiamente e le lievi stonature accennate passano decisamente in secondo piano nell’insieme del nuovo concerto.6Ibidem, Atto di collaudo del 14 novembre 1881 (Doc. 7)

Chiesa di San Zenone e Campanile di Osio Sotto (BG)
(Fotografia di Don Ilario Tiraboschi)
Articolo da “L’Eco di Bergamo” del 23 novembre 1881
(Archivio Privato)

06/08/2023

DOCUMENTI

Doc. 1

Doc. 2

Doc. 3

Doc. 4

Doc. 5

Doc. 6

Doc. 7

NOTE

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