Il periodo cremonese (1849-1853): organista della Cattedrale e le prime commissioni per il teatro

di Diego Ambrosioni1Ringrazio in modo particolare per il supporto, la cortesia, disponibilità, e gentilezza il M° Marco Ruggeri

Il 5 agosto 1849 Vincenzo Petrali vinse il concorso per il posto di organista titolare della Cattedrale di Cremona, superando una serie di prove articolate indicate dalla commissione, nella quale figurava anche Ruggero Manna, maestro di cappella del Duomo.2Cfr. RUGGERI, Marco, «Una maniera di suonare franca, dignitosa e piena di criterio»: Vincenzo Petrali organista del duomo di Cremona (1849-53) in «Il Coro Polifonico Cremonese: 40 anni per la musica», Cremona, 2008, pp. 1-3

Lo stesso Manna così si espresse a proposito del suo modo di suonare l’organo:
«Fantasia vivace, possesso dell’istrumento, nettezza d’esecuzione, cognizioni estese dell’arte, stile elegante ed insieme castigato eseguendo tanto le suonate a temi proposti come quelle a libera volontà. Nessuno meglio di lui seppe svolgere i detti temi e far con ottimo effetto della pedaliera. Esperto accompagnatore, col servizio dei Vespri e delle Laudi, diede nuovamente prove della non comune perizia».3Cfr. BOSIO, Michele, Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889) Il principe degli organisti italiani in «Arte Organaria e Organistica», XV, 2008 , n. 2, p. 37

Ruggero Manna, incisione a bulino di Luigi Gallina del 1835 circa
(Documento di pubblico dominio)

Vincenzo quindi iniziò a prestare servizio liturgico al grande organo costruito dagli organari varesini Maroni-Biroldi nel 1827; tale impegno comprendeva una sua assidua presenza alle funzioni della Cattedrale (oltre alle Sante Messe, anche i vari uffici delle Lodi, Vespri, ecc…)

Allo stato attuale delle ricerche, sono state individuate una decina di composizioni di carattere sacro appartenenti a questo periodo presso il Fondo Musicale della Basilica Santa Maria Assunta di Gandino, tra cui:

Di queste esecuzioni, significativa fu quella in occasione di una Messa Solenne nella Chiesa di Sant’ Imerio in Cremona, descritta in un articolo della «Gazzetta di Cremona» il 22 luglio 1851:4Cfr. RUGGERI, Marco, Notizie di interesse organistico e organario nei periodici cremonesi dell’Ottocento in «L’Organo», XXXV, 2002, pp. 6-7
Per chi li ha uditi torneranno sempre cari alla memoria i musicali concetti di cui l’esimio Giovane Organista V. Petrali vestì il Santo Rito di una Messa Solenne nella Chiesa di S. Imerio in Cremona, in occasione della Festività della B. V. del Carmine. Egli è già noto qual grande Maestro per la felicità colla quale suona lo stupendo Organo di questa Cattedrale, non che per altre musiche per Lui composte; e però lasciando ad altre penne più leggiadre che non è questa mia misera, il tributargli più convenienti omaggi, sol m’appagherò di dire a sua gloria, che nelle celesti note di quel dì, il Petrali ha superato se stesso. E quanti in tal giorno trassero a quella Chiesa per udirlo, tanti mi possono essere testimonj, se io per avventura ingrandisca al di là del vero l’idea de’ suoi talenti musicali. L’aereo canto degli Angeli, l’arcana parola dei Profeti, la semplice e soave dottrina di Cristo, tutto era a maraviglia espresso dalle inspirate note. Il chiarissimo Maestro non maritò ai sacrosanti Misteri del Cielo profane armonie, né teatrali rimembranze; ma quello stile riposato e maestoso che si conviene alla sublimità delle celesti cose. Quindi è che, pigliando argomento da sì bei concetti, si può a tutta posta confortare il valente Maestro a voler con alacrità proseguire tal luminosa carriera, nella quale Egli certamente raccoglierà quelle palme che quanti son giusti estimatori del merito godranno di consacrare a’ suoi musicali lavori.
Cremona, li 17 Luglio 1851.
L’Ammiratore
F. Arcari

Il duomo di Cremona in una stampa del 1835
(Documento di pubblico dominio)
L’attuale organo della Cattedrale di Cremona, costruito da Mascioni nel 1984, op. 1066

Nel medesimo periodo inizia a prendere forma anche la sua attività come collaudatore ed esperto d’organi, che nel corso della sua vita sarà di grande rilevanza e che gli verrà riconosciuta attraverso molteplici attestati di stima da numerosi musicisti e critici. Ne citiamo alcuni:

Di quest’ultimo collaudo, ne parla anche il «Giornale di Bergamo», in un articolo del 28 giugno 185310Cfr. «Giornale di Bergamo» 28 giugno 1853, n. 51 (a sua volta tratto dalla «Gazzetta di Cremona» del 25 giugno 1853):
Nel giorno 16 del corrente mese, e gran folta di gente e buon numero di distinte Signore traevano alta Chiesa Prepositurale di S. Agostino per sentirvi l’Organo ricostrutto ed ampliato dal Sig. Francesco Bossi di Bergamo, il quale, se per molte altre sue opere collocale in varie Chiese di questa Provincia, ed altrove, si fece ammirare distinto fabbricatore, seppe con questa confermarsi vieppiù nella fama, di valentissimo. E per dir vero, quest’organo ingrandito, come fu presentemente, non poteva meglio appagare la comune aspettazione, tanto per la maestà e robustezza del suo ripieno, come per la delicatezza dei varj stromenti di cui fu arricchito; ed il chiarissimo Sig Maestro Vincenzo Petrali, ed il Sacerdote Don Cesare Paloschi invitati da quella Fabbriceria a farne il collaudo , dichiararono concordemente «essere il lavoro eseguito con ingegnosi meccanismi suggeriti dalle più moderne regole dell’arte, solido, ben intuonato, ben accordato, gli stromenti a lingua di ottimo impasto, e di felice imitazione – epperciò, sia per la giusta proporzione dei suoni, come per l’eccellente e ben calcolato effetto del tutto insieme, degno del maggior encomio e del più favorevole collaudo».
Tutti poi che ebbero la bella sorte di sentire in quel giorno, e nella successiva Domenica, toccare quest’organo dalle magiche dita dell’ incomparabile Organista della nostra Cattedrale sig. M. Petrali, hanno potuto comprenderne e gustarne tutta la bontà. Le deliziose e svariate armonie che colla potenza della sua fantasia ne traeva, rapivano ad ogni istante l’affollato uditorio, suscitando nell’anima i diversi affetti che il suonatore esprimeva.
Per ciò devono andarne lieti tutti che infervorati pel maggior decoro del Culto Divino generosamente concorsero ad accrescere di sì pregevole opera questa grandiosa Chiesa, concedono in pari tempo uno speciale tributo di lode allo zelantissimo Parroco, ed alla Spettabile Fabbriceria, che nel promoverla, e condurla in breve tempo a sì buon line, seppero, in un col provvedere ad un bisogno, accrescere di un distinto ornamento questo Tempio insigne.

L’organo Bossi della chiesa di Sant’Agostino in Cremona

Petrali fu via via sempre più impegnato anche in numerose attività riguardo il teatro d’opera; assidua infatti la sua presenza al Teatro Concordia,11Dal 1907 rinominato in Teatro Amilcare Ponchielli, tuttora presente. in veste di direttore d’orchestra (dove ricompose l’orchestra del Teatro e diresse numerose opere di Verdi e Donizetti), compositore ed esecutore al pianoforte (per esempio il suo Concerto per pianoforte e orchestra sopra temi dell’Elisir d’amore), con ottimi esiti.12Cfr. RUGGERI, Marco, «Una maniera di suonare franca, dignitosa e piena di criterio»: Vincenzo Petrali organista del duomo di Cremona (1849-53) in «Il Coro Polifonico Cremonese: 40 anni per la musica», Cremona, 2008, pp. 5-6

Del 1852 è ascrivibile la rappresentazione della sua prima opera teatrale, Manfredi Re di Napoli, per il Teatro Santa Radegonda di Milano13Per approfondimenti sulla storia del Teatro, si veda: RADOLLOVICH, Carlo, Il Vecchio Teatro Santa Radegonda, Il Mirino – La finestra su Milano, 2014 , che però venne proibita dalla censura, come ci informa lo stesso Petrali in una lettera datata 8 agosto 1852 e indirizzata a Giovanni Ricordi, fondatore dell’omonima e celebre casa editrice musicale:14Milano, Archivio Storico Ricordi, Lettera di Vincenzo Petrali a Giovanni Ricordi, 8 agosto 1852, segnatura LLET013510, trascrizione di Federico Terzi
Stimatissimo Signore
Avvendo l’onore di essere da Lei conosciuto, mi prendo la libertà di scriverle incoraggiato dalla solo di lei bontà.
Era molto tempo ch’io mi adoperava di poter mettere in scena la mia Opera intitolata Manfredi Re di Napoli, la qual’Opera sperava di farla rappresentare questo mese nel Teatro di S. Radegonda, ma la censura non ha permesso il libro a cagione d’essere tratto dalla Battaglia di Benevento. Sicché potrà immaginarsi anche Lei quanto dispiacere abbia recato in me questa cosa, pensando che ho scritto per nulla e che ho consumato molto tempo inutilmente preparandomi nel tempo stesso un forte avvilimento. Io però non voglio perdermi di coraggio, e di spirito, per questo principio molto sfavorevole, voglio tentare un’altra volta.
Mi rivolgo a Lei onde pregarla se volesse essere compiacente di lasciami musicare il libro di sua proprietà chiamato Anna la Prie; se a caso Ella avesse qualche altro libro che potesse essere di più effetto per le Scene. La prego di mandarmelo perché insomma non si possono trovare Poeti.
Della mia abilità io non posso dirle nulla ma se avrà la bontà di domadare [sic] al Sig. Vincenzo Corbellini Professore di Violino, esso gli farà conoscere per esteso la mia capacità essendomi amico fino dall’infanzia.
Perdoni se mi prendo troppo libertà a domandarle questo favore, ma confidando nella di Lei bontà oso sperare che non vorrà rifiutare una domanda di chi a [sic] l’onore di essere di
Lei Umiliss Servo
Vincenzo Petrali
Organista della Cattedrale

Contrariamente a quanto indicato in numerose biografie su Petrali, il manoscritto dell’opera non è andato perduto15Cfr. CIRCOLO ARTISTICO BERGAMO, Vincenzo Petrali nel X anniversario della morte, Bergamo, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1899, p. 2. «L’orchestra stava già facendo le prove, e tutto era quasi all’ordine, quando la I.R. Censura, essendosi accorta che il soggetto dell’opera era tolto dal romanzo omonimo del Guerrazzi, non permise che si procedesse con la rappresentazione. Il giovane maestro in un impeto di sdegno, gettò al fuoco il manoscritto, e l’opera andò cosi per sempre perduta» e si conserva presso l’Archivio Storico Ricordi di Milano.16Milano, Archivio Storico Ricordi, collocazione musica ms. PART. 03181, inventario 000003122, codice identificativo MIL0937824

Il Teatro Santa Radegonda di Milano in una stampa dell’epoca
(Documento di pubblico dominio)

Nell’aprile 1853, Petrali partecipò al concorso per il posto di organista presso il Duomo di Valenza, in provincia di Alessandria. La necessità di coniugare la crescente attività concertistica a quella di organista liturgico, potrebbe essere l’origine che portò Vincenzo alla decisione di cercare un incarico meno stringente rispetto a quello di organista titolare della Cattedrale di Cremona.
La vicenda è molto curiosa e articolata: a seguito della votazione del Consiglio Comunale di Valenza, che indisse il concorso, il 3 maggio 1853 fu proclamato vincitore il Nostro, ma non gli fu mai assegnato l’incarico in quanto cittadino austriaco. Infatti l’Intendente Generale di Alessandria non approvò la delibera del Consiglio Comunale di Valenza e a nulla valsero i vari ricorsi, che si trascinarono fino al 3 settembre 1853 con il rigetto di tutte le istanze.
A tal proposito bisogna sicuramente considerare anche le acute frizioni fra i due Stati (quello Sardo-piemontese e l’Impero austro-ungarico) nel mezzo delle prime due Guerre d’Indipendenza. 17Cfr. PIOVANI, Giulio, Il principe (degli organisti) e il Re (d’Italia) in «Valensa ‘d’na vota», Valenza, 2012, pp. 32-52

L’organo Serassi 1852 opus 611 del Duomo di Valenza (AL)
(Fotografia di Paolo Sannazzaro)

Le frequenti assenze di Petrali dal suo incarico ufficiale come organista della Cattedrale di Cremona comportarono continui contrasti con la Fabbriceria che termineranno il 23 giugno 1853 con la rinuncia di Vincenzo a tale incarico18Cfr. RUGGERI, Marco, «Una maniera di suonare franca, dignitosa e piena di criterio»: Vincenzo Petrali organista del duomo di Cremona (1849-53) in «Il Coro Polifonico Cremonese: 40 anni per la musica», Cremona, 2008, pp. 7-8 e, di fatto, concludendo la sua permanenza nella città padana.

03/09/2023

NOTE

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